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Ţā, Sī-īn, Mī-īm طسٓمٓ. Lettere simili sono presenti all'inizio della Surat Al Beǭarah
Questi sono versetti del chiaro Corano.
Ti narriamo la storia di Mūsā e del Faraone con indubbia verità, rivolta a un popolo credente, poiché loro possono trarne giovamento.
In verità, Il faraone divenne un tiranno nella terra d'Egitto, e vi commise crimini, e divise il suo popolo in fazioni; sfruttava una fazione tra queste, ovvero i Figli di Isrāīl, uccidendo i loro figli maschi e tenendo le loro donne come schiave per infliggere loro le peggiori umiliazioni. In verità, Egli era tra coloro che diffondevano la corruzione in terra tramite l'ingiustizia, la tirannia e la superbia.
E decidemmo di favorire i Figli d'Isrāīl, coloro che vennero sottomessi dal Faraone nella terra d'Egitto, distruggendo il loro nemico, liberandoli dalla loro debolezza e prendendoli ad esempio, in modo che conducessero gli altri alla Retta Via, e facendo in modo che ereditassero la terra benedetta del Levante (Al-Shāmالشّام) dopo la distruzione del Faraone, come disse Allāh L'Altissimo: "E facemmo ereditare al popolo che era oppresso l'oriente e l'occidente della terra che abbiamo benedetto"
E vogliamo concedere loro la terra e renderli sovrani in essa, e mostreremo al Faraone e al suo più grande sostenitore nel Regno, Hāmān, e ai loro soldati che li sostengono nel loro regno, ciò che più temono, ovvero perdere il regno, cosa che sarebbe avvenuta per mano di un discendente maschio dei figli di Isrāīl.
Ispirammo la madre di Mūsā, pace a lui: "Allattalo fino a quando non avrai timore che il Faraone e il suo popolo lo uccidano; ponilo in una cesta e gettalo nel fiume Nilo, e non temere che anneghi, e non temere il Faraone, e non rattristarti a causa della sua lontananza. In verità, te lo riporteremo vivo e lo renderemo uno dei messaggeri di Allāh inviati alle Sue creature.
Così obbedì a ciò che Allāh le ispirò, ovvero di porlo nella cesta e gettarlo nel fiume. Lo trovarono i famigliari del Faraone e lo presero, affinché venisse realizzata la volontà di Allāh, ovvero che Mūsā sarebbe divenuto nemico del Faraone, colui tramite il quale il regno del Faraone sarebbe giunto al termine e che avrebbe portato loro afflizione. In verità il Faraone, il suo ministro Hāmān e i suoi cortigiani erano peccatori, a causa della loro miscredenza, tirannia e corruzione in terra.
Quando il Faraone cercò di ucciderlo, sua moglie gli disse: "Questo bambino è fonte di gioia sia per me che per te, non uccidetelo: potrebbe esserci utile come servo, o potremmo adottarlo come nostro figlio", ma essi non sapevano quale fosse il suo ruolo nel destino del loro regno.
E il cuore della madre di Mūsā, pace a lui, si svuotò di qualsiasi questione mondana tranne la questione di Mūsā, e non poté più pazientare, e quasi arrivò a rivelare che fosse suo figlio per l'intensità del suo affetto nei suoi confronti, se solo non avessimo rinsaldato il suo cuore e non l'avessimo rasserenata in modo che fosse tra i credenti, coloro che si affidano al loro Dio, e i pazienti, coloro che sopportano ciò che viene decretato per loro.
La madre di Mūsā, pace a lui, disse a sua sorella, dopo averlo gettato nel fiume: "Segui le sue tracce, così saprai cosa ne è stato di lui". Così lo seguì da lontano, in modo da non essere scoperta, e il Faraone e la sua gente non sapevano che fosse sua sorella e che stava seguendo le sue tracce.
E Mūsā rifiutò, per decreto di Allāh, di essere allattato da altre donne, e quando la sorella li vide insistere per allattarlo, disse loro: "Volete che vi indichi una famiglia che possa allattarlo e accudirlo, e che sia benevola con lui?"
Dunque restituimmo Mūsā a sua madre, affinché si rasserenasse vedendolo con i propri occhi, e non si rattristasse a causa della sua lontananza, e affinché sapesse che la promessa di Allāh di riportarglielo fosse vera e indubbia, ma la maggior parte di loro non erano consapevoli di questa promessa, e nessuno di loro sapeva che, in verità, fosse sua madre.
e quando raggiunse l'età della maturità, in cui era padrone della sua forza, gli fornimmo comprensione e conoscenza della religione dei Figli d' Isrāīl, prima di concedergli la Profezia. Così come abbiamo ricompensato Mūsā per la sua obbedienza, ricompensiamo i pii in ogni epoca e in ogni luogo.
E Mūsā entrò in città nel momento in cui la gente riposava nelle loro case, e trovò due uomini in disputa che si picchiavano, uno dei quali faceva parte dei Figli di Isrāīl e del popolo di Mūsā, pace a lui, mentre l'altro apparteneva alla gente del Faraone, i nemici di Mūsā. L'uomo del suo popolo gli chiese di aiutarlo contro il suo nemico; Mūsā colpì il nemico con un pugno e lo uccise, per quanto era forte. Mūsā, pace a lui, disse: "Questa è una tentazione di Satana e una sua trama; in verità, Satana è un nemico che svia chi lo segue, la sua inimicizia è evidente; Ciò che ho fatto è stato a causa della sua inimicizia e perché egli è un tentatore che vuole sviarmi".
Mūsā disse, invocando il suo Dio, riconoscendo ciò che aveva fatto: "Dio mio, in verità ho fatto torto a me stesso uccidendo quest'uomo. Perdona il mio peccato". Allāh ci chiarì il fatto che perdonò Mūsā. In verità, Egli è Perdonatore nei confronti dei Suoi sudditi pentiti, Misericordioso con loro.
Poi proseguì con la notizia della preghiera di Mūsā, in cui disse: "Dio mio, poiché mi hai benedetto con la forza, la saggezza e la conoscenza, non aiuterò mai i criminali a commettere crimini".
Quando accadde, da parte sua, ciò che accadde, uccidendo l'egiziano, restò in città guardingo, facendo attenzione a ciò che sarebbe potuto capitargli. Ecco che colui che gli chiese aiuto, il giorno precedente, contro il suo nemico egiziano, gli chiese di uccidere un altro nemico egiziano. Mūsā gli disse: "In verità, sei un tentatore e un evidente sviatore".
Quando Mūsā, pace a lui, tentò di uccidere l'egiziano, suo nemico e nemico dell'israelita, l'israelita pensò che Mūsā volesse fare del male anche a lui, quando lo sentì dire: (in verità, tu sei un evidente tentatore). Disse a Mūsā: "Vuoi uccidermi come hai ucciso un uomo ieri? Non vuoi essere altro che un tiranno in terra, uccidendo la gente e facendo loro torto, e non vuoi essere tra i benefattori, coloro che pacificano i due contendenti".
E quando la notizia si diffuse, un uomo venne di fretta dall'altra parte della città, per pietà nei confronti di Mūsā, poiché lo stavano inseguendo. Disse: "O Mūsā, in verità i cortigiani del popolo del Faraone si stanno consultando per ucciderti; esci dalla città, in verità sono tuo consigliere, per pietà nei tuoi confronti; se dovessero raggiungerti, ti ucciderebbero".
Così Mūsā accettò il consiglio dell'uomo, e lasciò il paese spaventato e guardingo; disse, invocando il suo Dio: "Dio mio, salvami dal popolo trasgressore, in modo che non mi facciano del male".
E quando Mūsā partì, diretto alla città di Medyen, disse: "Forse il mio Dio mi guiderà alla strada migliore, in modo da non smarrirla".
Quando raggiunse l'acqua di Medyen, dalla quale attingevano, trovò un gruppo di persone che abbeverava il loro bestiame, e trovò due donne in disparte che impedivano alle loro pecore di bere finché la gente non avesse terminato. Mūsā, pace a lui, disse loro: "Perché non abbeverate le vostre pecore assieme alla gente?" Gli dissero: "È nostra abitudine attendere finché non vadano via i pastori, evitando il contatto con loro, e nostro padre è un uomo anziano, che non è in grado di abbeverare le pecore, quindi siamo costrette ad abbeverare noi stesse le nostre pecore".
Ebbe pietà di loro e fece abbeverare le loro pecore; poi andò all'ombra per riposarsi e invocò il suo Dio per esporre il suo bisogno, e disse: "Dio mio, in verità ho bisogno del bene che mi hai concesso"
E quando se ne andarono, raccontarono il fatto a loro padre, e quest'ultimo inviò una di loro per invitarlo, ed essa venne camminando con modestia, e disse: "In verità, mio padre ti chiama allo scopo di ricompensarti per aver fatto abbeverare le nostre pecore". Quando Mūsā giunse dal loro padre e gli raccontò ciò che raccontò, gli disse, rincuorandolo: "Non aver timore! Ti sei salvato dal popolo trasgressore del Faraone e dai suoi cortigiani; essi non hanno autorità su Medyen e non possono farti alcun male"
Una delle sue figlie disse: "O padre, assumilo per prendersi cura delle nostre pecore, egli merita di essere assunto poiché è forte e onesto; con la sua forza fa ciò che gli viene affidato, e con la sua affidabilità cura ciò che gli è stato affidato."
Il loro padre disse a Mūsā, pace a lui: "In verità, desidero farti sposare una di queste mie figlie, e la sua dote sarà che tu ti prenda cura delle mie pecore per otto anni; se lo farai per dieci, sarà per tua concessione, e non sei obbligato a farlo, poiché l'accordo, in verità, è valido per otto anni, e tutto ciò che va al di là degli otto anni è volontario; e non voglio obbligarti né aggravarti. Mi troverai, se Allāh vuole, tra i giusti, coloro che rispettano i patti e non li tradiscono".
Mūsā, pace a lui, disse: "Abbiamo stipulato un accordo, e qualsiasi periodo sceglierò, otto o dieci anni, avrò adempiuto ai miei doveri, non chiedermi altro. E Allāh è Testimone del patto che abbiamo stipulato, Vigilante su di esso".
E quando Mūsā adempì ai due termini, portando a termine dieci anni pieni, e partì, con la sua famiglia, da Medyen verso l'Egitto, vide un fuoco sul lato della montagna (Al-Ṭūr), e disse alla sua famiglia: "Restate qui, in verità ho visto un fuoco, potrei portarvi delle notizie o un tizzone, in modo che possiate accendere il fuoco per riscaldarvi dal freddo"
E quando Mūsā giunse presso il Fuoco che vide, il suo Dio, gloria Sua, L'Altissimo, lo chiamò dal lato destro della valle, nel luogo che Allāh benedì, parlando a Mūsā dalla pianta: "O Mūsā, in verità Io sono Allāh, Dio di tutto il Creato"
Getta il tuo bastone". Mūsā lo gettò, obbedendo all'ordine del suo Dio. Quando lo vide agitarsi e tremare rapido come un serpente, fuggì per suo timore, e non tornò dalla sua fuga; e il suo Dio lo chiamò: "O Mūsā, ritorna, e non aver paura di esso; in verità, sei al sicuro da esso e da tutto ciò che temi".
Infila la tua mano destra nella fessura della tua camicia, vicino al collo, e ne uscirà bianca, priva di lebbra". E Mūsā la infilò e ne uscì bianca come il ghiaccio. "E stringi la tua mano a te per alleviare il tuo timore". Mūsā lo fece, e il suo timore svanì. "Queste cose menzionate, il bastone e la mano, sono due prove, da parte del tuo Dio, rivolte al Faraone e ai cortigiani del suo popolo: In verità, sono un popolo lontano dall'obbedienza dovuta ad Allāh, a causa della loro miscredenza e dei loro atti peccaminosi".
Mūsā disse, implorando il suo Dio: "In verità, ho ucciso uno di loro e ho timore che mi uccidano per questo fatto, se andassi da loro e comunicassi ciò che mi è stato affidato".
Mio fratello Hārūn padroneggia meglio le parole: invialo con me come mio aiutante, sostenendomi nel mio messaggio, se il Faraone e il suo popolo dovessero smentirmi; in verità, io temo che mi smentiscano come è abitudine dei popoli ai quali vennero inviati messaggeri, prima di me, che questi smentirono.
Allāh disse, in risposa all'invocazione di Mūsā: "Ti rinsalderemo, o Mūsā, inviando tuo fratello con te, come messaggero a tuo sostegno, e vi concederemo una prova e il sostegno, e non vi faranno alcun male, come temete, in seguito ai Nostri Segni che vi abbiamo concesso; voi e i credenti che vi seguiranno sarete i trionfatori".
Quando Mūsā, pace a lui, giunse da loro con i Nostri chiari segni, dissero: "Non sono altro che bugie inventate da Mūsā; non abbiamo mai sentito una cosa simile dai nostri antenati"
Mūsā disse, rivolgendosi al Faraone: "Il mio Dio è Consapevole di chi è nel giusto e che conduce al successo, da parte Sua, gloria Sua, ed è Consapevole di chi avrà un buon esito nell'Aldilà. In verità, i trasgressori non otterranno ciò che desiderano e non verranno salvati da ciò che temono".
E il Faraone disse ai cortigiani del suo popolo: "O cortigiani, io non ho mai conosciuto, per voi, altra divinità all'infuori di me. O Hāmān, cuoci dell'argilla finché non diventi dura e costruisci per me un alto edificio, affinché io possa salirvi per vedere il Dio di Mūsā; in verità, penso che Mūsā sia bugiardo nelle sue affermazioni di essere stato inviato, per conto di Allāh, a me e al mio popolo".
La superbia del Faraone e dei suoi soldati crebbe, e si insuperbirono nella terra d'Egitto senza alcuna ragione, e rinnegarono la Resurrezione e pensarono che non sarebbero tornati a Noi, nel Giorno del Giudizio, per il Rendiconto e la Punizione.
Lo afferrammo, e afferrammo i suoi soldati e li gettammo in mare, facendoli annegare, fino a che non morirono tutti. Rifletti – o Messaggero – su quale fu il destino dei trasgressori, e quale fu la loro fine; il loro destino e la loro fine fu la distruzione.
E li rendemmo un esempio per i tiranni e gli sviatori che invitano al Fuoco a causa della miscredenza e della perdizione che diffondono; e, nel Giorno del Giudizio, non li sosterranno, salvandoli dalla punizione, piuttosto verrà aggravata la loro punizione per le azioni malvagie che hanno compiuto e che hanno trasmesso, e per aver invitato gli altri a compierle; i loro peccati saranno attribuiti sia a loro che a chi li avrà compiuti.
E abbiamo aggiunto, oltre alla loro punizione in questo mondo, vergogna e perdizione, e nel Giorno della Resurrezione saranno tra i ripudiati, coloro che sono stati esclusi dalla Misericordia di Allāh.
Concedemmo a Mūsā la Torāh, dopo aver inviato ai popoli del passato i Nostri messaggeri, che essi smentirono, e li distruggemmo per averli smentiti. In essa vi sono esempi che illuminano la gente su ciò che li giova, in modo che vi si attengano, e su ciò che reca loro danno, in modo che lo evitino; inoltre, in essa vi è la loro guida al bene, e misericordia per il bene mondano e dell'Aldilà che essa contiene, affinché rammentino le grazie di Allāh nei loro confronti e Lo lodino, Gli siano grati e credano in Lui.
E tu – o Messaggero – non eri presente nei pressi della montagna occidentale con Mūsā, pace a lui, quando ispirammo Mūsā, inviandolo al Faraone e ai suoi cortigiani; e non eri presente così da poter apprendere la storia che narri alla gente: Ciò di cui li informi è ciò che ti ha ispirato Allāh.
Ma creammo popoli e creature dopo Mūsā; così il tempo trascorse, finché non trascurarono i patti stipulati con Allāh. E non eri presente con la gente di Medyen, recitando loro i Nostri versetti; piuttosto, ti abbiamo inviato per Nostro conto e ti abbiamo ispirato la storia di Mūsā e della sua permanenza in Medyen, così hai informato la gente di ciò che Allāh ti ha ispirato a riguardo.
E non eri nei pressi del Monte (Ṭūr), quando chiamammo Mūsā, ispirandogli ciò che gli ispirammo, affinché potessi informarli di ciò; piuttosto, ti abbiamo inviato come misericordia del tuo Dio nei confronti della gente; e ti abbiamo ispirato quella storia per avvertire un popolo che non ebbe un messaggero prima di te che li avvertisse, affinché accettassero e credessero a ciò che hai comunicato loro da parte del tuo Dio, gloria Sua.
E se fossero stati colpiti da una punizione divina, a causa della loro miscredenza e dei loro peccati, avrebbero detto, rivendicando di non aver ricevuto alcun messaggero: "Che ci venga inviato un messaggero, così da seguire i Suoi versetti e attenerci ad essi, e così da essere tra i credenti che obbediscono agli ordini del loro Dio". Se non fosse per questo, avremmo affrettato la loro punizione; tuttavia, l'abbiamo rinviata in modo da vanificare ogni loro scusa, inviando un messaggero.
Quando Muħammed giunse da Ǭura'ysh con il messaggio del suo Dio, chiesero agli Ebrei di lui, e questi ultimi insegnarono loro questa scusa, dicendo: "Perché non sono state concesse a Muħammed le prove evidenti che sono state concesse a Mūsā, in modo da testimoniare che sia un messaggero per conto del suo Dio, come la mano e il bastone?". Di', o Messaggero, in loro risposta: "Gli Ebrei non rinnegarono forse ciò che venne concesso a Mūsā, in passato, e dissero che, in verità, la Torāh e il Corano non sono altro che magia che si sostengono a vicenda, e dissero: In verità noi non crediamo né alla Torāh né al Corano?!"
Di', o Messaggero, a costoro: "Presentate un libro, da parte di Allāh, che sia di migliore guida della Torāh e del Corano: Se lo presentate, lo seguirò, se siete veritieri nelle vostre affermazioni che la Torāh e il Corano siano magia".
Se i Ǭura'ysh non sono in grado di rispondere al tuo invito, portando un libro migliore della Torāh e del Corano, dov'è la prova con cui ti smentiscono? Piuttosto, in verità, non fanno che seguire i loro capricci: non vi è nessuno più sviato di colui che segue il proprio capriccio senza la guida di Allāh, gloria Sua. In verità, Allāh non conduce alla Retta Via e al successo il popolo che fa torto a sé stesso con la miscredenza nei confronti di Allāh.
Abbiamo comunicato agli idolatri e agli Ebrei tra i Figli di Isrāīl il racconto dei popoli del passato, e la punizione che abbiamo inflitto loro quando smentirono i nostri messaggeri, affinché prendessero atto di ciò e credessero, in modo da non subire ciò che subirono.
Coloro che sono stati fedeli alla Torāh prima della rivelazione del Corano, credono nel Corano, poiché nei loro Libri trovano delle notizie a suo riguardo e alcuni suoi indizi.
E se viene recitato loro, dicono: "Vi crediamo, esso contiene l'indubbia verità rivelata dal nostro Dio. Noi, prima di questo Corano, eravamo musulmani per aver creduto a ciò che i nostri messaggeri hanno comunicato prima della sua venuta".
A coloro che possiedono le caratteristiche menzionate, Allāh concederà una doppia ricompensa per le loro azioni, in seguito alla costanza con cui credettero al loro Libro, e in seguito alla loro fede in Muħammed pace e benedizioni di Allāh sia su di lui ﷺ, quando venne inviato, e poiché espiano i peccati commessi con le buone azioni, ed elargiscono parte del sostentamento che abbiamo loro concesso in opere buone.
E se questi credenti sentono la Gente del Libro affermare parole false, se ne dissociano senza darvi peso, e dicono a costoro: "A noi spettano la retribuzione delle nostre azioni e a voi spetta la retribuzione delle vostre azioni; vi siete salvati dai nostri insulti e dalla nostra aggressione. Non desideriamo essere compagni della gente ignorante, per il male che fanno alla religione e a questo mondo".
In verità, tu – o Messaggero – non puoi guidare le persone che ami, come Abì Tāleb e altri, in modo che vengano condotte alla fede; piuttosto, Allāh solo è Colui che guida chi vuole alla Retta Via, ed Egli è più Consapevole di chi era già destinato ad essere guidato alla Retta Via.
Gli idolatri del popolo della Mekkah dissero, scusandosi del fatto di non seguire l'Islām e non credervi: "In verità, se seguissimo questo Islam che hai comunicato, i nostri nemici ci allontanerebbero rapidamente dalla nostra terra". Non abbiamo forse concesso a questi idolatri autorità sul Luogo Sacro, vietando lo spargimento di sangue, in esso, e di fare torto?! Non sono forse al sicuro dagli attacchi altrui?! Viene portato in esso ogni tipo di frutti e sostentamento che Noi abbiamo concesso loro, ma la maggior parte di loro non sanno che queste grazie concesse loro provengono da Allāh, e non Gli sono grati.
E quanti sono i villaggi che rinnegarono le grazie di Allāh! Superarono ogni limite commettendo peccati e atti di disobbedienza, e infliggemmo loro una punizione con la quale li distruggemmo: Quelle sono le loro case in rovina; la gente passa nei loro pressi, e vedono che non sono state più abitate se non da qualcuno di passaggio; e Noi siamo gli Eredi che ereditano i cieli e la terra e ciò che vi è tra di essi.
Il tuo Dio, o Messaggero, non distruggeva i villaggi finché i suoi abitanti non venivano privati di scuse, inviando loro un messaggero nel villaggio più grande, così come Egli ti ha inviato nella città Capitale أم القرى, la Mekkahمكّة. Non distruggiamo gli abitanti di un villaggio quando sono sulla Retta Via: in verità, li distruggiamo quando trasgrediscono con la miscredenza e commettendo peccati.
E il godimento e l'adornamento che il vostro Dio vi ha concesso in vita è effimero, mentre la grande ricompensa che risiede presso Allāh è migliore e più duratura rispetto all'ornamento della vita: non vi aggrappate ad essa, così da preferire ciò che è effimero a ciò che è duraturo.
Colui a cui abbiamo promesso il Paradiso e le beatitudini eterne che esso contiene, e colui al quale abbiamo concesso ricchezza e ornamento, in questa vita, sono forse simili, mentre nel Giorno della Resurrezione quest'ultimo sarà tra coloro che verranno condotti al Fuoco dell'Inferno?!
E il giorno in cui il loro Dio li chiamerà, gloria Sua, dicendo: "Dove sono i Miei soci che adoravate all'infuori di Me, affermando fossero Miei pari?"
Dissero coloro che meritarono la punizione, tra coloro che invitano alla miscredenza: "Dio Nostro, costoro sono quelli che abbiamo sviato, così come siamo stati noi stessi sviati; noi ci dissociamo da loro; non adoravano noi: In verità, essi adoravano i demoni".
E venne detto loro: "Chiamate i vostri soci affinché vi salvino dalla vergogna; e chiamarono i loro soci, che non risposero al loro appello, e videro la punizione preparata per loro, e desiderarono essere stati, in vita, tra coloro che vennero guidati alla Retta Via".
E il giorno in cui il loro Dio li chiamerà, dicendo: "Che cosa avete risposto ai Miei messaggeri che vi ho inviato?"
E verrano loro celate le scuse che presentarono, senza riuscire a ricordare nulla, e nessuno interrogherà l'altro a causa dell'orrore e dello shock causati dalla certezza di essere condotti alla punizione.
Quanto a chi si pentirà, tra questi idolatri, della propria miscredenza, e che crederà in Allāh e nel Suo Messaggero, e che compirà opere buone, potrebbe essere tra i trionfatori, ottenendo ciò che desidera, e tra coloro che verranno salvati da ciò che temono.
E il tuo Dio – o Messaggero – crea ciò che vuole creare, e sceglie chi vuole sia Lui obbediente, e sceglie chi vuole per la Profezia; mentre gli idolatri non possono opporsi ad Allāh; Gloria ad Allāh, Egli è al di sopra di ciò che essi Gli associano nell'adorazione.
E il tuo Dio è Consapevole di cosa nascondono i loro animi e di ciò che mostrano; nulla di ciò Gli è nascosto e li giudicherà per questo.
Egli è Allāh, gloria Sua, non vi è nessuna divinità che venga realmente adorata all'infuori di Lui; a Lui solo spetta la lode, in vita, e a Lui solo spetta la lode nell'Aldilà; e a Lui solo spetta l'applicazione della Legge, nessuno può opporvisi; e a Lui solo ritornerete, nel Giorno della Resurrezione, per il Rendiconto e la Punizione.
Di', o Messaggero, a questi idolatri: "Ditemi, se Allāh decretasse la notte eterna per voi, senza interruzioni, fino al Giorno della Resurrezione, quale divinità, all'infuori di Allāh, potrebbe portarvi una luce come quella del giorno?! Non ascoltate forse queste prove e non comprendete che non vi è altra divinità, all'infuori di Allāh, che possa portarvi ciò?!"
Di' loro, o Messaggero: "Ditemi, se Allāh decretasse il giorno eterno, per voi, fino al Giorno della Resurrezione, senza interruzioni, vi è forse un'altra divinità, all'infuori di Allāh, che potrebbe portarvi la notte, affinché vi riposiate dalla fatica del giorno?! Non vedete questi Segni e non comprendete che non vi è altra divinità, all'infuori di Allāh, che possa portarvi tutto ciò?!"
Ed è con la sua Misericordia, gloria Sua, che Egli ha stabilito per voi - o gente - la notte oscura, in modo che vi riposiate in essa, dopo la fatica del giorno, e che vi ha reso il giorno luminoso affinché andiate alla ricerca di sostentamento in esso, e affinché siate grati per le grazie di Allāh nei vostri confronti e non le rinneghiate.
E il giorno che il loro Dio, gloria Sua, l'Altissimo, li chiamerà, dicendo: "Dove sono i Miei soci che adoravate all'infuori di Me, affermando fossero Miei pari?"
E noi presentammo, per ogni popolo, il suo profeta, che testimoniasse della loro miscredenza e della loro rinnegazione; e dicemmo ai rinnegatori di quei popoli: "Mostrate le vostre prove e i vostri segni che vi rendevano miscredenti rinnegatori". Le loro prove svanirono e si accertarono che l'indubbia verità risiede presso Allāh, e così svanirono i soci che Gli associarono, gloria Sua".
In verità, Ǭārūn apparteneva al popolo di Mūsā, pace a lui, e si insuperbì; Gli concedemmo tesori e ricchezze, le chiavi dei cui bauli richiedevano un gruppo di persone forti per essere sollevate. Il suo popolo gli disse: "Non gioire da ingrato. In verità, Allāh non ama coloro che gioiscono da ingrati; al contrario, li ripudia e li punisce per questo".
E chiedi la ricompensa nell'Ultima dimora per la ricchezza che Allāh ti ha concesso, in modo che tu possa elargirla per le opere buone, e non dimenticare il cibo, le bevande e gli abiti di quelle ricchezze che ti spettano, e altro, senza esagerare nell'elargire né essere eccessivamente avaro; e migliora il rapporto con il tuo Dio e con i Suoi sudditi, così come Egli è stato benevolo con te, e non cercare di portare corruzione in terra commettendo peccati e abbandonando l'obbedienza: in verità, Allāh non ama coloro che corrompono in terra; al contrario, li ripudia.
Ǭārūn disse: "In verità, mi sono state concesse queste ricchezze per la mia conoscenza e la mia abilità, e merito tutto ciò". Ǭārūn non sa che, in verità, Allāh ha distrutto, prima di lui, popoli più potenti e che avevano accumulato più ricchezze di lui?! La loro forza e la loro ricchezza non è stata loro utile e, nel Giorno della Resurrezione, i criminali non verranno interrogati sui loro peccati, poiché Allāh ne è già Consapevole; piuttosto verranno interrogati affinché vengano afflitti e per rimproverarli.
Ǭārūn uscì nei suoi ornamenti, esibendosi e meravigliondosi di sé stesso. I compagni di Ǭārūn che desiderano l'ornamento della vita terrena dissero: "Se solo avessimo gli ornamenti della vita terrena, simili a quelli che sono stati concessi a Ǭārūn! In verità, Ǭārūn è molto fortunato"
E dissero i sapienti, quando videro Ǭārūn nei suoi ornamenti e ascoltarono i desideri dei suoi compagni: "Guai a voi! La ricompensa di Allāh, nell'Aldilà, e la beatitudine che ha promesso a coloro che credono in Lui e che compiono opere buone è migliore dell'ornamento mondano che è stato concesso a Ǭārūn; non possono pronunciare queste parole e compiere queste azioni se non coloro che pazientano e che preferiscono la ricompensa che risiede presso Allāh, migliore degli effimeri godimenti mondani."
Abbiamo fatto sprofondare la terra, la sua casa, e coloro che vi abitavano, come vendetta per il suo oltraggio. Non aveva compagni che lo sostenessero all'infuori di Allāh, né era in grado di sostenere sé stesso.
E quelli che desideravano il denaro e l'ornamento che egli possedeva, prima che sporfondasse, dissero, terrorizzati e dissuasi: "Non sapevamo forse che Allāh estende il sostentamento ai Suoi sudditi che vuole, e ne priva chi vuole?! Se non fosse per la Sua benevolenza nei nostri confronti, astenendosi dal punirci per ciò che abbiamo detto, ci avrebbe fatti sprofondare così come ha fatto sprofondare Ǭārūn: In verità, i miscredenti non trionfano, né in vita né nell'Aldilà; al contrario, il loro destino e il loro esito è la sconfitta in entrambi".
Quella è l'Ultima Dimora; l'abbiamo resa la dimora della beatitudine, ricompensa per coloro che non desiderano insuperbirsi in terra rispetto alla vera fede e ai suoi seguaci, e che non cercano di diffondere corruzione in essa. L'eccellente destino della beatitudine risiede in Paradiso, e il compiacimento di Allāh nei confronti dei devoti che vi è in esso è rivolto a coloro che temono il loro Dio obbedendo ai Suoi ordini e rispettando i Suoi divieti.
Colui che giungerà, nel Giorno della Resurrezione, presentando una buona azione di Preghiera, Zakēt, digiuno e altro, otterrà una ricompensa migliore di ciò che ha presentato: Verrà moltiplicata fino a dieci volte; mentre colui che presenta una cattiva azione di miscredenza, usura, adulterio o altro, nel Giorno della Resurrezione, verrà punito solo per quella cattiva azione esattamente nella misura in cui è stata commessa, senza aumentare nulla.
In verità, Colui che ti ha rivelato il Corano e che ti ha ordinato di trasmetterlo e di attenersi al suo contenuto, ti farà tornare alla Mekkah da trionfatore. Di', o Messaggero, agli idolatri: "Il mio Dio è più Consapevole di chi porta la buona guida e di chi è in chiara perdizione, lontano dalla buona guida e dalla verità".
E tu – o Messaggero – non speravi, prima della tua missione, che ti venisse concesso il Corano per ispirazione di Allāh; piuttosto, questa è Misericordia da parte Sua, gloria Sua, era destino che venisse rivelato a te. Non essere compagno dei miscredenti, a causa delle loro condizioni di perdizione.
E non farti indurre, da questi idolatri, ad allontanarti dai versetti di Allāh, dopo che ti sono stati rivelati, rinunciando a recitarli e a comunicarli, e invita la gente alla fede di Allāh e alla Sua Unicità, ad applicare la Sua Legge, e non essere tra gli idolatri, coloro che adorano altri assieme ad Allāh, ma sii tra i monoteisti, coloro che adorano Allāh solo.
Non adorare altre divinità assieme ad Allāh, e non vi è vera divinità all'infuori di Lui; ogni cosa ha una fine, all'infuori di Lui, gloria Sua. A Lui solo spetta la Legge, Egli decreta ciò che vuole, e a Lui solo tornerete, nel Giorno della Resurrezione, per il Rendiconto e la Retribuzione.